Villa Rossi
La Storia
Il 15 dicembre 1944 arrivarono sul Senio, nei pressi di Castel Bolognese, le prime truppe tedesche di linea in ritirata dopo la sconfitta nella battaglia del Lamone (Faenza). Da alcuni mesi erano presenti in zona i paracadutisti della 4a Divisione Germanica e si eranogià verificati rastrellamenti e uccisioni presso l’inerme popolazione civile, ma l’episodio più atroce della Seconda guerra mondiale a Castel Bolognese si svolse alle 7 del mattinodel 17 dicembre, giorno della liberazione della vicina Faenza, quando i tedeschi decisero di far saltare in aria Villa Rossi per ragioni strategiche: occorreva liberare il campo di tiro verso il fiume Senio, limite naturale della Linea Gotica, baluardo della difesa tedesca nella fase finale del conflitto, oltre la quale erano appostate le truppe alleate.Saltaronoin aria Villa Rossie le case coloniche adiacenti, minate dalle truppe tedesche. Perirono ventuno civili, fra cui sette bambini e tre intere famiglie, che non furono avvisate dai militari dell’imminente esplosione.
La Linea Gotica
Durante la Seconda Guerra Mondiale il Senio definiva parte della linea difensiva tedesca fortificata denominata “Linea Gotica” che si estendeva dal versante tirrenico al versante adriatico, seguendo un fronte di oltre 300 chilometri che si snodava lungo i rilievi appenninici. Il Comando tedesco in Italia intendeva con essa attuare la sua tattica della ritirata combattuta, per infliggere al nemico il maggior numero di perdite possibili, per rallentare l'avanzata anglo-americana verso nord, difendendo l'accesso al Reich. La Linea Gotica segnò per questo motivo pesantemente le terre e la popolazione civile presente lungo il suo tracciato, che fu scenario di tanti eventi tragici, quali le più note stragi di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema.
Oggi
L’ottocentesco tempietto in stile neoclassico destinato ad Oratorio costituisce oggi un angolo suggestivo a ridosso del fiume Senio. La facciata, che presenta nel timpano del frontone la dedica ai santi Giuseppe e Sebastiano martire, è opera dell’architetto Filippo Antolini (1787-1859) figlio del famoso architetto castellano Giovanni Antonio, che progettò, oltre all'Ospedale Civile di Castel Bolognese, anche i palazzi Milzetti e Laderchi a Faenza. L’elegante facciata in mattone presenta frammenti di un semplice decoro in cotto dai motivi fitomorfi. Nel 1820 l’oratorio fu affidato alla famiglia Rossi, che nei pressi aveva la Villa, e che usò l’edificio anche come sepolcro familiare. L’interno è diviso in tre vani: al centro si trova la cappella con l’altare, nel vano di destra si trovano i loculi con le salme dei familiari Rossi, in quello di sinistra è situata la sacrestia. L’oratorio faceva parte di un complesso residenziale comprendente il parco e la Villa padronale.
Accanto all’oratorio si trova il Monumento all’eccidio di Villa Rossi, eretto per onorare i caduti civili nel 50° anniversario.